Questa raccolta di poesie, che ho deciso di portare all'occhio critico, ma spero benevolo, del pubblico non nasce certo da pretese di allori ed onori, con essa ho voluto semplicemente rendere pubblici i miei pensieri, affinché forse qualcuno possa trarne qualcosa di utile, affinché qualcheduno si commuova di fronte alla nuda descrizione di fatti, resi attraverso la mia umile penna. La presente, non chiede di essere innalzata, ma solo di essere letta e magari anche un po' apprezzata.
Ma in tutta franchezza, sono anche desideroso di apprendere dal pubblico le reazioni suscitate dal mio "Zibaldone", se esso apprezza o meno la chiarezza o l'oscurità con cui ho voluto rendere scorci di vita quotidiana, visioni, sogni, incubi e fobie.
Spero che i miei benevoli lettori sapranno comprendere la mia poesia, sebbene non eccelsa, ma certamente, mi si scusi la falsa modestia, ricca, densa di significati, che forse saranno anche un po' troppo ardui da interpretare, ma che, spero, facciano rivivere quei miraggi di vita che mi sono permesso di immortalare.
Mi auguro che leggendo le mie poesie le possiate apprezzare e soprattutto, che riusciate a capire le emozioni ed i sentimenti che mi hanno ispirato.
L'autore
Introduzione
Ho avuto sempre la convinzione che la vera poesia sia quella dotta, quella cioè che diventa gioco di immagini e di parole, riuscendo nel contempo a parlare al cuore, dopo aver tratto però il suo nutrimento dalla cultura, in particolare dallo studio degli autori, la cui lettura (com'è scritto nell'etimologia della parola-auctores da augeo = aumentare) aumenta il sapere e la cui imitazione, se si possiedono le doti innate del poeta, si trasforma in nuova originalità, in un processo continuo di rigenerazione della poesia, che è tale non perché assolutamente diversa dalla precedente, ma perché dotata di quelle caratteristiche capaci di suscitare nel lettore emozioni forti in ogni epoca storica.
Se questo mio convincimento corrisponde a verità può definirsi poesia quella che nasce, si, da momenti profondi di ispirazione, ma nello stesso tempo si alimenta di molte ed intense letture, difficilmente riscontrabili in un adolescente, non fosse altro perché breve è il tempo da lui vissuto, a meno che esso non sia stato trascorso come la maggior parte dei giovani, ahimè, non fanno e cioè dedicando gran parte della loro giornata alla conoscenza della letteratura antica e moderna.
E' quanto si deve supporre, invece, leggendo le poesie di Ernesto Siena, alunno frequentante il quarto anno del Liceo Scientifico "I. Adorisio" di Cirò, le quali, già nei titoli della raccolta, ci rimandano ad autori classici, rivissuti con entusiasmo adolescenziale, in cui però si intravedono già bagliori di precoce maturità intellettiva ed artistica.
Le cinque parti in cui si compone il libro -Inni a Venere, Canti della disperazione opaca, Myricae, Cronos, Ballate demoniache- riportano, ciascuna, citazioni testuali, rispettivamente, di Lucrezio, Baudelaire, Pascoli, Petrarca, Lutero, autori tra loro lontanissimi nel tempo e nell'opera, il che dimostra anche la complessità della ricerca effettuata.
Un'operazione, comunque, squisitamente letteraria, che ha l'ambizione di proporre un legame tra il mondo poetico espresso nelle opere dei grandi della letteratura ed il vissuto universalizzato e liricamente reso dal giovanissimo autore.
Poesia dotta, dunque, quella di Siena e perciò difficile ed in parte inevitabilmente oscura, ma dell'oscurità acquistata alla Scuola dei poeti Ermetici; poesia di uno studente, che certamente ha letto con cura ed interiorizzato con passione testi classici e testi moderni, ricavandone una lezione di autentico afflato lirico, anche quando i temi diventano ardui ed impegnano il lettore in una faticosa opera di interpretazione.
Dalle poesie d'amore, mai languide o sdolcinate, ma sempre nutrite di pensiero a quelle che possono essere definite più specificatamente filosofiche, quello che colpisce, nel mondo espressivo di Siena è la capacità dell' io poetante di intessere con un immaginario interlocutore (la donna amata o lo stesso io) un discorso sempre denso di concetti, a volte arioso ed aperto, a volte chiuso e tutto proteso verso le proprie angosce esistenziali, acuite dai fantasmi notturni e dalle fobie quotidiane, che non sembrano appartenere ad un giovane ancora acerbo, quanto ad un uomo maturo e provato dagli inganni del vivere. Un discorso però sempre poeticissimo, costruito attraverso un lessico scelto con maestria stilistica, in cui i termini sono accostati tra loro in maniera tale da ricreare grande musicalità all'interno di immagini bellissime ed in cui il tumulto dei sentimenti, anche quando è forte e vorrebbe esplodere riesce quasi sempre a sublimarsi nel piano dell'arte.
E questo accade soprattutto nelle poesie d'amore, tra le quali non è possibile citarne alcuni versi davvero di pregevole fattura.
"Ascoltami mentre creo note
nuove con steli vibranti di betulle appassite..."
" Osservami quando dal nulla nasce
una sinfonia di rosei petali."
Ma anche nelle altre poesie, quando, " prigioniero di una rima" descrive "sentimenti desiderosi di vagare nel foglio candido" e la metrica non gli impedisce di descrivere incantato la bellezza e l'immensità dell'universo:
"A volte vorrei star seduto a guardare
una cometa che s'incendia e cade
nel cielo terso/ come specchio dell'universo",
o di dare vita e movimento agli elementi della natura.
" I cirri son passati
per l'aere tenebroso
hanno scoperto movendosi a ritroso
i petali lunari appena sbocciati".
I versi citati sono, a mio avviso, tra i più belli dell'intera raccolta, anche perché rappresentano il rasserenamento dell'animo in un procedere estetico quasi sempre tumultuoso, in cui anche il linguaggio, nelle sue forme espressive, acquista la cadenza del travaglio interiore ed in cui (anche nelle rime non dichiaratamente amorose) protagonista è sempre Amore, che l'autore, alla maniera dei poeti della classicità, usa personificare.
Esso è fonte ora di serenità e gioia, ora di sofferenza e tormento, ora rasserena l'animo, ora lo turba, ora esalta, ora deprime. Così è nella vita, così è nella letteratura di tutti i tempi, che dalla vita trae ispirazione.
Ed il giovanissimo poeta sembra averlo capito troppo presto.
Prof. Luigi Rizzo - Dirigente Scolastico - Liceo Scientifico - Ilio Adorisio - Cirò KR
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